Il mercato dei gestionali veterinari in Italia
I
software di gestione veterinaria in Italia sono meno avanzati rispetto al resto
dell’Europa occidentale e dei paesi di lingua inglese (US, Australia, Canada…).
Le
strutture veterinarie hanno una minore propensione di spesa rispetto agli
omologhi inglesi, francesi, spagnoli, etc. Le ragioni sono fondamentalmente due. La prima
è che il mercato veterinario italiano ha una minore propensione di spesa a
monte, cioè i proprietari di animali (propet) spendono meno per la cura dei
propri animali; dall’altra c’è una lacuna di tipo imprenditoriale nel mondo
veterinario.
Per
quest’ultimo punto stiamo osservando alla nascita di corsi di formazione che
insegnano fondamentalmente una cosa: un veterinario proprietario di struttura è
un medico, ma è anche un imprenditore; questo porterà nei prossimi anni alla
formazione di una serie di manager veterinari che guarderanno le cose da
prospettive diverse.
Per
quel che concerne la propensione di spesa dei propet è più complicato, in
quanto dipende sì da un fattore culturale, ma anche di mercato generale: quanti
soldi hanno in tasca gli italiani. Il veterinario può sensibilizzare il propet
ad una maggior cura del proprio animale, ma difficilmente riuscirà ad aumentale
il PIL italiano.
Quanto
detto si riflette inevitabilmente sull’offerta dei gestionali veterinari. I
software di lingua inglese sono di gran lunga più avanzati, ma hanno dei costi circa
10 volte superiori.
Alcuni esempi: NEO Idexx, EzyVet, EVetPractice Covetrus solo per fare alcuni esempi.
I prezzi di accesso per una versione base sono intorno ai 1.200€ /anno, se poi si vogliono servizi avanzati come Piani di Salute, CRM, Statistiche, etc, i prezzi salgono drasticamente. La licenza media di una clinica veterinaria in UK, per un software gestionale, è di circa 5.000€ / anno. Il mercato italiano è lungi da investire queste cifre. Il risultato? Stagnazione dei software; un mercato che a volte prova a chiedere di più, ma che appena scorge la parola “prezzo” si ritrae. Nessuno può prevedere il futuro e capire come si evolverà il mercato, ma è molto probabile che sul breve termine le cose rimarranno così come sono.
