Obblighi del veterinario

Smart Vet Staff · 10/02/2016
Gli obblighi del veterinario sono molti e soprattutto eterogenei, poichè le normative variano da regione a regione grazie o soprattutto a causa delle autonomie regionali.

Gli obblighi del veterinario sono molti e soprattutto eterogenei, nel senso che le normative variano da regione a regione grazie o a causa delle autonomie regionali. Cosa comporta questo per il veterinario? Dipende da troppo variabili che purtroppo il veterinario non può gestire.

Facciamo un esempio su un argomento che abbiamo toccato con mano come gestionale veterinario: il modello 12 per animali da compagnia.

Il modello 12 è una lista di vaccini effettuati che deve essere comunicata alla ASL di appartenenza, ora le ASL sono di competenza regionale, ma hanno una gestione provinciale, tranne per le regioni con la ASL unica. All'interno della provincia di appartenza le ASL hanno presidi ai quali i veterinari devono far riferimento in base al comune di appartenza. Le ASL a loro interno, spesso, non hanno protocolli di comunicazione per cui il modello 12 va spedito in un dato modo secondo scadenza temporali definite, etc. 

Questo cosa comporta? Ovviamente il caos. Gli ordini dei veterinari, che sono provinciali devono informarsi su come inviare il modello 12 alla ASL, ma che a seconda dei presidi riceve comunicazioni in modo diverso: fax, email, posta ordinaria, etc.

La stessa cosa accade a livello regionale: le regioni vedono le ASL provinciali ricevere dati sui vaccini in modo completamente differente e caotico; in termini pratici questo significa che la regione non ha dati su cui ragionare per fare politiche sanitarie, per di più quando richiede dei dati il lavoro per estrapolarli è enorme e soggetto a molti errori.

E il Ministero della Salute?  Praticamente il vuoto assoluto. 

La cosa strana è che in realtà basterebbe davvero poco per risolvere il problema: il Ministero della Salute dovrebbe mettere a disposizione una piattaforma web dove le regioni con una certa cadenza dovrebbero inserire i dati forniti dalle ASL provinciali che a loro volta inseriscono i dati su una piattaforma web messa a disposizione dalle regioni. Il veterinario insomma andrebbe ad inserire i dati su una pagina web delle ASL e tutti i dati arriverebbero in automatico fino al Ministero.

La cosa più importante è che se esistesse uno standard comunicativo da rispettare chi si occupa di gestionali veterinari potrebbe interfacciarsi in modo automatico con questi sistemi istituzionali e quindi il veterinario non dovrebbe fare assolutamente nulla!

Questo è solo un esempio per spiegare come con un minimo di organizzazione si potrebbero gestire molte cose in modo facile, veloce e senza errori; la colpa non è delle autonomie regionali, piuttosto che delle ASL provinciali, etc. La colpa è di chi gestisce la cosa pubblica. Queste sarebbero attività a costo bassissimo che aiuterebbero tutti. Lo stesso principio di cui sopra si può applicare allo studio di settore con l'agenzia delle entrate, anagrafe canina e felina, etc. Basterebbe creare uno standard, come esiste nei dispositivi sanitari (vedi articolo "Benvenuto HL7").

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