Piani di Salute sì o no?

Smart Vet Staff · 28/12/2017
Perché i Piani di Salute stentano a partire in Italia?

Negli ultimi anni si è assistito ad un tentativo di inserire nel mercato veterinario i Piani di Salute.

Che cos’è un piano di salute? Per dirla in soldoni è un piano di medicina preventiva; come in ambito umano il piano di Salute punta a preservare la salute del paziente al contrario dell’approccio classico che interviene solo in caso di patologia.

Molte aziende italiane stanno investendo in questa direzione, oramai da diversi anni, ma senza troppo successo.

Perché un concetto così positivo, che ha dato buoni esiti in umana, non riesce a prendere piede in ambito veterinario?

Va precisato che i Piani di Salute non prendono piede in Italia, in quanto in altri paesi esistono da tempo e funzionano benissimo, vedi  Spagna tanto per fare un esempio.

Secondo noi la risposta è da cercare nella specificità italiana: ci sono circa 6.700 strutture veterinarie, di cui 5.500 ambulatori, pochissimi ospedali e un migliaio di cliniche.

Il dato che risalta è il numero di ambulatori,  circa il 90% del mercato; piccole strutture composte da 1 a 3 medici, senza personale amministrativo.

Sono proprio gli ambulatori che fanno il mercato veterinario in Italia e sono proprio gli ambulatori che non riescono a recepire i Piani di Salute.

È vero che esiste una nicchia di strutture più grandi e organizzate, capaci di gestire innovazioni, fare marketing e attività collaterali, ma sono comunque poche.

Dall’altro lato stiamo assistendo ad un’ evoluzione del mercato veterinario dove la  tendenza è di orientarsi  verso la specializzazione, anche perché la clientela diventa sempre più esigente. Questo aspetto porta da una parte alla nascita di centri ortopedici, neurologici, di diagnostica etc, e dall’altra alla nascita di centri “generici-specializzati”, cioè di strutture veterinarie che fanno e faranno solo attività ordinaria, come visite, vaccini, medicina preventiva., etc, e non un po’ di tutto come fa oggi il tipico ambulatorio.

Per loro natura intrinseca i centri altamente specializzati (neurologia, diagnostica, etc) non faranno piani di salute mentre le strutture generaliste saranno quelle che per loro natura faranno medicina preventiva.

Il mercato veterinario si sta evolvendo verso questa direzione e bisogna aspettare che questo modello prenda forma per iniziare a veder  nascere il mercato dei Piani di Salute.

Questo ragionamento però evidenzia una lacuna importante, che è il vero punto fondamentale per le aziende che offrono servizi e prodotti ai veterinari: ci sarà sempre più interdipendenza tra le varie strutture veterinarie e centri non prettamente veterinari come ad esempio i service per esami di laboratorio.

La vera scommessa è gestire questa interdipendenza tra le strutture. La gestione passa da sistemi informativi in grado di far comunicare i veterinari in tempo reale, offrire servizi di spedizioni per analisi di laboratorio, trovare freelance specializzati per consulenze, etc.

Quindi le conclusioni sono due:

  •        I piani di salute nasceranno in maniera “spontanea” con il nascere di strutture generiche che si occuperanno solo di medicina ordinaria.
  •     Quello su cui le aziende dovrebbero puntare è facilitare l’interdipendenza tra le strutture veterinarie, questo faciliterebbe l’evoluzione del sistema veterinario e quindi di quel segmento che per sua natura gestirà i Piani di Salute.

 

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