Cure veterinarie al tempo dell'inflazione

Smart Vet Staff · 24/02/2023
CM Research ha condotto una ricerca relativa alla cure veterinarie in questo periodo di forte inflazione

Una nuova ricerca di CM Research riporta dei dati piuttosto preoccupanti. A causa della spinta inflazionistica, che tutti i paesi stanno vivendo, i proprietari di pet - propet – hanno seria difficoltà a pagare le spese veterinarie.

CM Research scrive sul proprio portale che un propet su quattro dichiara di essere molto preoccupato in quanto teme di non essere in grado di far fronte alle spese veterinarie.  Tale ricerca è stata condotta in diversi paesi come Regno Unito, Spagna, Italia, Giappone, USA, Francia e Germania.

Continua CM Research scrivendo che le persone intervistate includono, tra le maggiori preoccupazioni per il futuro, le spese sanitarie per il proprio pet.

Solo un terzo dei propet si vedono disposti e capaci a pagare più di 100€ per le spese veterinarie senza che venga intaccata la loro capacità di spesa per aspetti vitali come mutuo, affitto, spesa alimentare, etc.

I veterinari, dei suddetti paesi, segnalano che la maggior parte dei clienti cerca di rimandare la visita, magari ricorrendo a consulenze online o altri espedienti. Ancora, i veterinari segnalano che solo un cliente su tre non riporta difficoltà per il pagamento della parcella.

Nel Regno Unito i veterinari segnalano che il 62% delle eutanasie è legato a fattori economici: impossibilità di proseguire le cure o tentare approcci distinti per un pet malato.  inoltre il 58% dei veterinari segnala che sono “costretti” ad offrire cure con farmaci più economici rispetto alla soluzione clinicamente ideale.  Lo stesso dicasi per soluzioni chirurgiche e nutrizionali.

Insomma il quadro che delinea CM Research  è che il mercato delle cure veterinarie gioca a ribasso.

Ovviamente noi crediamo che i dati diffusi da CM Research  sono assolutamente attendibili e sappiamo che CM Research è un’azienda capace di effettuare ricerche di questo tipo, ma oltre ad una valutazione quantitativa deve essere effettuata una qualitativa.

È un dato di fatto che l’economia mondiale sta affrontando un momento molto difficile e questo necessariamente si riflette in tutti i settori, ma vediamo come l’elasticità dei beni di lusso è molto minore rispetto ad altri settori ed anzi in alcuni casi è addirittura aumentata la spesa anche in periodo inflattivo.

Allargando la visuale possiamo inferire che le spese veterinarie non rientrino tra le cose “fondamentali” come ad esempio l’acquisto dell’ultimo smartphone o oggetti di lusso simili. Di sicuro c’è un problema economico, ma c’è anche un problema culturale o di percezione della salute del pet. Ed è su questo ultimo punto che bisogna lavorare se si vuol costruire un futuro migliore per la veterinaria. 

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