Veterinari tra automazione e integrazione...

Smart Vet Staff · 20/11/2015
Automatizzare i processi di lavoro e integrare i vari processi lavorativi è essenziale per risparmiare tempo e quindi soldi ed evitare di commettere errori; senza considerare che implicitamente a quanto detto si definiscono dei protocolli di lavoro i quali permettono di sapere a priori come verrà svolto il lavoro e in caso errore ripercorrere a ritroso la catena per correggere il problema.

Negli ultimi anni il mondo della veterinaria, soprattutto quello dei piccoli animali sta crescendo, grazie ad una maggiore sensibilizzazione sociale e grazie anche ad un’offerta sempre migliore che il veterinario offre ai propri clienti e pazienti. Basti pensare ad un paio di dati: una famiglia su due in Italia ha un animale da compagnia e nel settore del pet food c’è stata una crescita molto importante delle linee di alta qualità. Da soli, questi due dati danno un’idea della tendenza.

In tutti i settori commerciali la tecnologia ha aiutato ad evolversi verso un modelli  di business migliori; la crescita non è solo economica, quindi quantitativa, ma anche qualitativa, nel senso che vengono offerti ai clienti sempre più servizi e attenzioni. Quest’ultimo aspetto è di vitale importanza in un mondo sempre più competitivo e sempre più veloce.

In questo la tecnologia può davvero aiutare il veterinario, ma quest’ultimo deve essere in grado di avere una visione di insieme per vedere al di là del proprio ambulatorio e capire come “coccolare” ed aiutare il cliente.

 Per fare questo bisogna tener bene in mente due concetti fondamentali: automazione e integrazione; questi sono i  pilastri per tutti i settori (spesso aziende di piccolo e medio livello peccano in ambedue gli aspetti).

Cosa significa automazione? Significa dotarsi di apparecchiature hardware e software che permettano al veterinario di svolgere una mansione riducendo il più possibile l’intervento umano; ma automatizzare non basta in quanto se noi trattassimo il nostro ambulatorio a compartimenti stagno l’automatizzazione sarebbe solo parziale. C’è bisogno di integrare i sistemi di automazione, questo permetterebbe di creare ulteriori automazioni., potremmo definirli automazioni di secondo livello.

Facciamo un esempio: un gestionale veterinario integrato con le macchine di laboratorio; il veterinario programma un esame, la macchina lavora e manda i risultati al gestionale; a questo punto il veterinario ha tutto a portata di click: referto analisi, fattura e storicizzazione delle prestazioni per studio di settore, spesometro, invio del referto via email al cliente (se vuole), etc... Questo è un processo di automazione e di integrazione che da una banale operazione di routine porta ad una serie di attività che altrimenti dovrebbero essere fatte a mano con perdita di tempo e possibilità di errore.

Potremmo dilungarci tanto, ma la morale di quest’articolo è una: automatizzare conviene, ma va fatto con cognizione di causa, ovvero guardando all’attività nel suo insieme che vuol dire considerare le azioni che vengono svolte quotidianamente, considerare il rapporto con il paziente e il cliente e la parte amministrativa, tutto come un’unica attività. Qualcuno potrebbe definirlo approccio olistico, altri approccio ecologico, le definizioni le lasciamo ad altri, l’importante è capire il senso: non vi è distinzione tra l’attenzione al cliente e un’analisi di laboratorio.

 

 Per fare questo non scegliete macchine o software che siano chiusi, cioè non integrabili con altri sistemi. 

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